Non percepire un compenso non permette di eludere le regole
Quasi il 100% di chi chiede una consulenza in Cooperativa Semera ci pone queste due domande:
- “ma se io non percepisco compensi?”
- “ma se suono gratis?”
Partiamo col dire che un musicista è un lavoratore, e quindi, per definizione legale, deve percepire un compenso.
L’articolo 36 della Costituzione impone l’obbligo di una retribuzione proporzionata per ogni prestazione lavorativa, e anche la Corte di Cassazione è intervenuta stabilendo che:
“Ogni attività lavorativa è presunta a titolo oneroso salvo che si dimostri la sussistenza di una finalità di solidarietà in luogo di quella lucrativa e fermo restando che la valutazione al riguardo compiuta dal giudice del merito è incensurabile in sede di legittimità se immune da errori di diritto e da vizi logici.” (sentenza 26.01.2009 n° 1833).
Articolo 36 della Costituzione
Una parentesi è doverosa…sicuramente è noto che nel settore musicale ci sono tanti hobbisti, quindi c’è una percentuale di musicisti o dj che è disposta a esibirsi gratis quelle 4 o 5 volte l’anno per “farsi una suonata”.
Molto spesso accade però che quasi il 100% degli artisti si esibiscano gratuitamente per 8 mesi all’anno…secondo noi è assurdo, svolgete una prestazione, dovete essere pagati!
Il prete non dice la messa aggratis!
Tutto ciò è ovviamente poco credibile agli occhi dei controllori, e anche per questo motivo la normativa non prende in considerazione le esibizioni gratuite e in caso di controlli il locale rischia una sanzione perché nell’azienda è presente un lavoratore (o più lavoratori, in caso di una band) in nero!
Per fare chiarezza, ad esempio chi suona in un ristorante, esegue una prestazione musicale che ha gli stessi adempimenti fiscali e contributivi degli altri lavoratori, come i camerieri, i cuochi, la cassiera e via dicendo… la diversità sta nella forma di appartenenza, ma il concetto è esattamente lo stesso.
immaginiamo una situazione surreale, dove tutto il personale di un ristorante, durante un controllo della Guardia di Finanza, dichiara di “dare solo una mano, senza percepire soldi”!
Ti sembra credibile una situazione del genere?
Ecco, se la stessa dovesse dichiararla chi sta suonando, sarebbe esattamente la stessa cosa.
Esistono delle eccezioni
Ci si può esibire senza percepire compenso, quando non lo si fa dove c’è un’attività di lucro.
Si potrebbe verifcare in queste situazioni:
- concerto in piazza organizzato dal Comune o da un’Associazione dove non ci sono chioschi legati all’esibizione;
- una manifestazione dove l’intero ricavato viene devoluto in beneficenza a un’Associazione riconosciuta (es. Unicef, Telefono Azzurro ecc.);
- una festa privata (a casa di qualcuno, non pubblicizzata);
- un concorso musicale, reale e riconosciuto, con regolamento, iscrizioni e un premio di valore definito;
- quando ci si esibisce in un club/circolo con ingresso riservato ai soli soci tesserati e del quale anche l’artista è socio.
Solo in questi casi basta un’autocertificazione da parte dei singoli artisti.
Che tu sia esente o meno dagli adempimenti INPS ex ENPALS, quando ti esibisci dove è presente un’attività di lucro, non puoi farlo gratis!
Ai matrimoni posso suonare gratis?
Poniamo il caso che gli sposi prenotino la sala del ristorante.
La sala del ristorante è all’interno del ristorante, corretto? Il ristornate è un’attività di lucro. Pertanto anche in questo caso non ci si può esibire senza percepire un compenso.
Nemmeno se i musicisti sono amici o parenti dello sposo!
Quindi si dovrà comunque percepire un compenso, anche se minimo.
Il locale deve regolarizzare la prestazione, o in alternativa essendo soci di una cooperativa, si dovrà emettere fattura ed eventuale agibilità INPS ex Enpals.